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Il vecchio e il mare

racconto barba il vecchio sul mare

Girando qua e la per l’Italia ci è capitato di incontrare personaggi stravaganti e molto particolari, sia come aspetto che come personalità, ovviamente tutti accomunati dalla presenza della barba sul viso.

Abbiamo deciso di raccogliere queste storie-interviste sulla vita di uomini comuni e della loro esistenza.

IL VECCHIO E IL MARE

Era inverno e stavamo girando per Livorno per svago, ogni tanto soprattutto quando a Firenze fa freddo prendiamo la macchina e ci dirigiamo verso il mare per sognare l’estate che verrà. Camminando sul lungo mare ad un porticciolo vediamo un vecchio seduto con lo sguardo verso il mare.

Ci fermiamo e lo osserviamo, in quella giornata un po’ ventosa la sua barba si muoveva quasi danzando nel vento e incuriositi ci avviciniamo. Con il timore di chi ha paura di interrompere qualcosa e con il presagio di non essere graditi porgiamo i nostri saluti:

– Buonasera, oggi è veramente una bella giornata.

Il vecchio ci guarda e ci sorride:

– Oggi si… Che fate di bello ragazzi? – Noi ci sediamo accanto a lui:

– Un giro per qua, siamo venuti a sentire l’odore del mare.
Il vecchio ci guarda e continua a sorridere quasi pensasse a qualcosa che vorrebbe dirci, allora noi un po’ per rompere il ghiaccio, un po’ mossi dalla nostra passione rompiamo il silenzio:

– Bella barba signore! – Lui ci guarda e annuisce:

– Sapeste quante ne ha viste questa barba. Io ero un pescatore e mi ha accompagnato in tutte le mie uscite, ce l’ho da quando sono ragazzino.

Al che si mette a ridere con una risata di quelle profonde che ti fanno capire che l’uomo è un fumatore incallito, o almeno lo era. Poi prosegue:

– Questa barba ha visto le cose più belle e più brutte del mare. Noi ci guardiamo con uno sguardo d’intesa pensando che da questa chiacchierata può uscire una bella storia, quindi Jacopo chiede:

– Ci racconti qualcosa. L’uomo senza guardarci continua a fissare il mare. Il rosso del tramonto imminente avvolge l’atmosfera marittima, qualche gabbiano passa sopra le nostre teste facendosi sentire col suo suono inconfondibile.

Il vecchio allora comincia a raccontare:

– Ho passato tutta la mia vita in mare, non solo in Italia, qui ho passato l’ultima parte della mia vita. Quando ero giovane ho solcato l’oceano in cerca di fortuna con un peschereccio spagnolo. E’ proprio in Spagna che ho conosciuto l’amore della mia vita, una donna bellissima, figlia di pescatori locali. Ci arrivai per caso in quella città volevo cambiare aria e da Livorno mi spostai lungo la costa passai la Francia perché non mi piaceva e arrivai in Spagna. Li cominciai a lavorare per qualche pescatore locale e mi ci stabilii poi conobbi lei, Gracia si chiamava.

Il vecchio sospirò, si vedeva che era emozionato, ricordava quei tempi, glieli stavamo facendo rivivere nei suoi pensieri.

– Ci sposammo e avemmo un figlio, lo chiamammo Thiago. Un bel bambino, una peste ma lo vedevo poco purtroppo ero sempre per mare. A quei tempi stavamo via molto tempo e nonostante tutto guadagnavamo ben poco. Quando tornavo a casa era sempre una festa…

Il vecchio aveva gli occhi lucidi, tirò su col naso.

– Come vi dicevo la mia vita era il mare, ero più sull’acqua che sulla terraferma quindi per forza di cose quando Thiago crebbe lo portai con me in mare. Gracia non voleva, povera donna. Già vedeva poco suo marito ora toccava pure al figlio. Lo capivo ma non potevamo fare altrimenti, soldi non ce n’erano e le uniche possibilità erano fare il pescatore oppure te ne andavi in cerca di fortuna ma a quelli come me la fortuna non presta molta attenzione.

E si mise a ridere con quella risata caratteristica, poi tossì. Battè la mano sul porticciolo di legno e maledì la sua tosse.

– Quel ragazzo crebbe in mare, stava con me, imparò la pesca e i suoi segreti, il destino volle che una notte ci fù una tempesta violenta. In realtà le tempeste non erano rare e lui ne aveva vissute già alcune ma forse quella volta… chissà… non lo so proprio cosa successe, fatto sta che quando spuntò l’alba il mio bambino non c’era più, il mare lo aveva preso con se.

Scesero delle lacrime sul viso dell’uomo mentre si accarezzava la barba.

– Lo rivivo ogni giorno sapete? Penso ogni giorno a quel momento, penso al mare che mi ha fatto incontrare l’amore della mia vita e come prezzo si è preso mio figlio. Per questo dico che ho vissuto il mare completamente, la parte più bella e quella più brutta. Quando tornai a casa mia moglie non volle più vedermi, mi accusò di ciò che era successo. Non potevo darle torto povera donna. Non persi troppo tempo lasciai la Spagna e tornai qui… sono vent’anni che non la vedo… Ma credo sia giusto così la mia vita è terminata quel giorno in fondo… con tutto ciò che ne consegue…

Noi rimanemmo un po’ spaesati, certo non ci aspettavamo una tale storia ed eravamo un po’ imbarazzati non sapevamo bene che dire, quell’uomo sconosciuto si era aperto a noi in maniera così sincera che non sapevamo proprio che dire.
Io poggiai una mano sulla sua spalla e lui me la toccò con la sua continuando a guardare il mare.

– Fai sempre ciò che ti fa stare bene nella vita ragazzo perché sono i ricordi della felicità che ti faranno andare avanti nei momenti tristi.

Mi lasciò la mano e guardando il mare si accese una sigaretta prendendola dal pacchetto che aveva dentro la giacca. La accese e accarezzandosi la barba continuò a guardare il mare.

Noi ci guardammo e ci alzammo.

– Noi andiamo signore, grazie per la compagnia. Lui ci guardò e sorrise

– Grazie a Voi. – E continuò a guardare il mare fumando. Noi ci allontanammo.

Ripensandoci fu un incontro davvero emozionante, con la scusa della barba avevamo vissuto la storia di una vita. E ad oggi ripensandoci non chiedemmo nemmeno il nome a quell’uomo che non abbiamo nemmeno più incontrato nelle successive uscite a Livorno.