
Il termine fobia indica un’irrazionale e persistente paura o repulsione per qualcosa che può essere un animale, una situazione o un oggetto anche se non rappresenta una reale minaccia per l’individuo.
Se vi state chiedendo quale è il nome per la fobia della barba l’avete appena scoperto: pogonofobia! In questo caso parliamo di una forte e irrazionale repulsione per i peli facciali, sicuramente una dei più strani e particolari terrori che possono affliggere un essere umano!
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Cause e sintomi
Può succedere che a causa di un evento traumatico, con una persona che porta barba o baffi, si inneschi questa repulsione generale per i peli facciali. Questo avviene perché la mente umana, in un secondo momento, generalizza le caratteristiche dell’aggressore e associa indistintamente la presenza di un barbuto a una sensazione di disagio.
- Ansia, paura e panico
- Sudorazione eccessiva
- Brividi
- Nausera e vomito
- Problemi allo stomaco
- Difficoltà a respirare
- Bocca secca
- Voglia di evitare situazioni disturbanti con un importante impatto sulla vita sociale
L’ultimo sintomo è molto impattante sulla vita sociale in quanto va a modificare il comportamento dell’individuo che, per evitare questo tipo di disagio, si preclude attività del tutto normali.
Trattamento e cure
La pogonofobia è a tutti gli effetti una fobia riconosciuta, quindi la Confraternita non ha, purtroppo, le capacità o le conoscenze adeguate a fornire una soluzione a questo tipo di problema, è bene rivolgersi ad uno specialista che saprà individuare la strategia migliore per una corretta guarigione.
Ci sono diverse strade che permettono di guarire in modo completo da questa problematica e spaziano dalla ipnosi fino alla psicoterapia con tecniche di rilassamento o desensibilizzazione sistematica.
La desensibilizzazione sistematica consiste nell’esporre il paziente allo stimolo che scatena questa forma di disagio in modo progressivo, inizialmente magari con immagini di persone con barba molto rada e corta, progredendo fino al risultato finale di un contatto vero e proprio con la peluria facciale.
L’obiettivo è dimostrare al paziente che la presenza di un barbuto non comporta necessariamente un pericolo e poter così condurre una vita normale.