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Pogonofobia

pogonofobia: paura della barba

 

Il termine fobia indica un’irrazionale e persistente paura o repulsione per qualcosa che può essere un animale, una situazione o un oggetto anche se non rappresenta una reale minaccia per l’individuo.

Se vi state chiedendo quale è il nome per la fobia della barba l’avete appena scoperto: pogonofobia! In questo caso parliamo di una forte e irrazionale repulsione per i peli facciali, sicuramente una dei più strani e particolari terrori che possono affliggere un essere umano!

Paura per la barba

Storia

La parola pogonofobia è di origine greca, infatti è composta dalle parole pogon (barba) e phobos (paura) da qui il significato moderno di “paura della barba”.

Perché è stato scelto questo termine e perché tutte le parole che si riferiscono a queste forme irrazionali di terrore terminano con la desinenza -fobia? Semplicemente perché Fobos era l’antico dio greco che rappresentava la paura.

Questo disturbo venne identificato per la prima volta dallo psicologo David Smith nel 1851 che descrisse il comportamento di alcuni Gesuiti con “una vera pogonofobia alla luce di un mento democratico” perché dimostrarono una certa avversione per dei volti barbuti.

La paura per la barba è stata “sfruttata” anche dallo psicologo John B. Watson nel 1920: grazie a una serie di esperimenti molto discussi e criticati riuscì a dimostrare come il condizionamento classico sia applicabile anche all’essere umano. Infatti sottopose un bambino ad alcuni stimoli (nel caso della barba sfruttò la figura di Babbo Natale) associati a forti rumori, con il tempo i soli oggetti erano sufficienti a terrorizzare l’infante.

Attualmente l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che quasi il 7% della popolazione mondiale sia afflitta da questo disturbo.

Cause e sintomi

La cause che danno vita a questo fobia possono essere molteplici e, come spesso accade per le fobie in generale, nascono in tenera età.
Può succedere che a causa di un evento traumatico, con una persona che porta barba o baffi, si inneschi questa repulsione generale per i peli facciali. Questo avviene perché la mente umana, in un secondo momento, generalizza le caratteristiche dell’aggressore e associa indistintamente la presenza di un barbuto a una sensazione di disagio.
Il motivo scatenante per questa fobia potrebbe essere anche per ragioni culturali, spesso chi ha il terrore della barba associa questa caratteristica a persone trasandate, sporche, poco igieniche, ma soprattutto a persone pericolose, soprattutto dopo i numerosi attentati degli ultimi anni che hanno visto come autori uomini con barbe lunghe e folte.
La pogonofobia, come molte altre fobie, ha varie intensità e varia secondo i pazienti così come i sintomi sono molto soggettivi ma possiamo elencare i più frequenti:
  • Ansia, paura e panico
  • Sudorazione eccessiva
  • Brividi
  • Nausera e vomito
  • Problemi allo stomaco
  • Difficoltà a respirare
  • Bocca secca
  • Voglia di evitare situazioni disturbanti con un importante impatto sulla vita sociale

L’ultimo sintomo è molto impattante sulla vita sociale in quanto va a modificare il comportamento dell’individuo che, per evitare questo tipo di disagio, si preclude attività del tutto normali.

Trattamento e cure

La pogonofobia è a tutti gli effetti una fobia riconosciuta, quindi la Confraternita non ha, purtroppo, le capacità o le conoscenze adeguate a fornire una soluzione a questo tipo di problema, è bene rivolgersi ad uno specialista che saprà individuare la strategia migliore per una corretta guarigione.

Ci sono diverse strade che permettono di guarire in modo completo da questa problematica e spaziano dalla ipnosi fino alla psicoterapia con tecniche di rilassamento o desensibilizzazione sistematica.

La desensibilizzazione sistematica consiste nell’esporre il paziente allo stimolo che scatena questa forma di disagio in modo progressivo, inizialmente magari con immagini di persone con barba molto rada e corta, progredendo fino al risultato finale di un contatto vero e proprio con la peluria facciale.

L’obiettivo è dimostrare al paziente che la presenza di un barbuto non comporta necessariamente un pericolo e poter così condurre una vita normale.